I Bisogni Educativi Speciali

COSA SONO I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Il concetto di Bisogno Educativo Speciale (BES) si basa su una visione globale della persona che si accompagna efficacemente a quella del modello ICF della Classificazione Internazionale del Funzionamento, disabilità e salute fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS 2001). In quest’ottica, il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo o di apprendimento, causata da un funzionamento, nei vari ambiti definiti dall’antropologia ICF, problematico per il soggetto in termini di danno, ostacolo al suo benessere, limitazione della sua libertà e stigma sociale, indipendente dall’eziologia.

Con la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 viene riconosciuto che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che la scuola offra adeguata e personalizzata risposta”.

La stessa Direttiva identifica tre grandi sotto-categorie di alunni con BES che si ascrivono a problematiche diverse:

Area 1 - Disabilità
La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.

Le tipologie della disabilità possono essere di varia natura: fisica, psichica, sensoriale, motoria, autismo; stabilizzata o progressiva.

Area 2 - Disturbi Evolutivi Specifici
I disturbi evolutivi dello sviluppo sono condizioni con correlazione neurologica che possono interferire con l’acquisizione, la ritenzione o l’applicazione di abilità specifiche o serie di informazioni. Possono comportare disfunzioni dell’attenzione, della memoria, della percezione, del linguaggio, della capacità di risolvere i problemi o dell’interazione sociale.

Tali disturbi comprendono oltre i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.), per la comune origine nell’età evolutiva, anche altre tipologie di disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia) o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104) ricomprendendo (per la comune origine nell’età evolutiva) anche il Disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD) e il funzionamento intellettivo limite che può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.

In questa area possono, inoltre, essere ricompresi anche altri disturbi, non espressamente menzionati nella Dir. Min. 27/12/ 2012, che con notevole frequenza sono in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio (DOP), disturbo della condotta (DC), disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, etc…

Area 3 - Svantaggio e/o Disagio
La normativa, a questo riguardo, fa riferimento a tutte quelle situazioni, che possono avere carattere transitorio, in cui gli alunni si trovano a vivere e dover affrontare problematiche connesse allo svantaggio socio–economico, linguistico e culturale o a forme di disagio comportamentale, relazionale, psicologico o derivanti da particolari condizioni fisico-biologiche.

Si tratta di situazioni molto eterogenee e che variano da caso a caso, connesse al vissuto personale, ai tratti soggettivi e al contesto familiare, sociale e culturale in cui l’alunno è inserito. Vivere una situazione di svantaggio significa che l’alunno vive un’esperienza personale di fragilità emotiva e psicologica che condiziona le sue relazioni con l’ambiente, i contesti e le persone e che può manifestarsi in un disagio scolastico. Particolare è, inoltre, la situazione di alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche.

Il Liceo G. V. Gravina, in ottemperanza alla normativa vigente e nella consapevolezza che la presenza della diversità costituisce un prezioso arricchimento per l’intera comunità scolastica, si propone di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per determinati periodi, manifesti Bisogni Educativi Speciali.